21 ottobre 2012

Sono andato a sentire Renzi.

Alla fine sì, sono andato a sentire Matteo Renzi al PalaIsozaki.
Un po' per curiosità, un po' per vedere chi c'era, un po' per annusare che aria tirava.
Ci sono andato soprattutto perchè la storia che racconta, un pochino, la sento anche mia visto che all'inizio di tutta questa strada c'ero anche io.
Poi son successe tante cose.
Uscite infelici, incontri un pò scomodi, toni non adeguati all'altezza della sfida che abbiamo di fronte, che non è sbatter fuori dal Parlamento chi è lì da troppo tempo, ma cambiare l'Italia, anzi ricostruirla. Per davvero.
Come aveva annunciato nei giorni scorsi, oggi Renzi ha cambiato registro.
Preso atto che la "rottamazione" è un tema che si sta esaurendo da solo (le rinunce di Veltroni e di D'Alema sono un primo segnale), oggi bisognava fare l'up grade. Iniziare a tracciare la strada da percorrere, mettere dei paletti, provare a far capire che non si sta scherzando ma che l'Italia la si vuole governare per davvero.
Renzi ha parlato di scuola, di cultura, di Europa, di giovani, di sviluppo. Di futuro.
Lo ha fatto senza la solita enfasi, senza il suo piglio da "pierino". Non ha provato a scaldare i cuori ma ad accendere le teste.
Ha detto cose condivisibili.
Cose che, tra l'altro e senza polemica, forse ha imparato da qualche suo ex compagno di viaggio.
Cose anche non nuovissime, ma che dette da lui risultano credibili e convincenti. Perchè, a differenza dei "grandi vecchi" del Pd, non ha una storia da difendere e degli errori (tanti) con cui fare i conti.
Credo che la sua forza sia tutta lì.
Dopo avere perso 3-2 contro Berlusconi una partita durata vent'anni, dopo aver detto tutto e il contrario di tutto, tutti quelli che sostengono Bersani (o meglio, lo tengono in ostaggio) non sono più credibili.

Renzi ha dato appuntamento a tutti i presenti al week end del 15-17 novembre, ancora alla Leopolda, per chiudere mediaticamente la campagna delle primarie. 
Quando l'ha detto mi è tornato in mente il mio week end alla Leopolda, ormai due anni fa.
Uno dei momenti più belli e intensi da quando faccio politica.
Tanta gente, tante idee, tantissimo entusiasmo. Un'aria leggera ma contemporaneamente carica di aspettative. La consapevolezza che si stava costruendo qualcosa di nuovo.
Sul palco allora c'era scritto "Prossima Fermata:Italia".
Oggi invece campeggiava solamente un gigantesco "Adesso! Matteo".
Interessano tutte queste cose a chi si sta avvicinando al Pd e al centrosinistra, o molto semplicemente a chi ha deciso di voler votare a queste primarie? Non lo so proprio.
Basterà per dare il via ad una nuova storia? Lo scopriremo presto

 
 











     


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