31 dicembre 2013

È stato un anno così

Ho lavorato, molto.
Ho perso mio nonno ed Elena ha perso il suo (così, per non farci mancare niente).
Ho girato parecchio a spizzichi e bocconi ma ho anche fatto un viaggio incredibile.
Ho conosciuto persone meravigliose, con cui ho fatto un percorso politico emozionante, coinvolgente, bellissimo.
In mezzo è successo un po' di tutto, a livello professionale, politico e umano.
Cose belle, altre amare.
Mi sono stancato e mi sono divertito.
A volte mi sono incazzato, ma poi mi è passato abbastanza in fretta.
Ho trascurato troppo le persone che mi stanno vicino e che mi vogliono bene, specialmente in questi ultimi tre mesi. E non va bene.
Credo di essere cresciuto.
Spero di tenere insieme tutte queste cose per vivere alla grande il 2014.
Che sarà un anno importante, pieno di cambiamenti.

16 dicembre 2013

Ieri, all'assemblea nazionale del Pd

C'era davvero un bel clima. Prima di registrarmi ho salutato tantissimi amici e persone che non vedevo da tempo. Ho abbracciato Filippo Taddei e Francesco Nicodemo, freschi freschi di nomina in segreteria nazionale. Le nostre speranze camminano anche sulle loro gambe.
Tante facce nuove (tra cui la mia), tanti miei coetanei e mie coetanee. Tutti sorridenti, tutti contenti di essere lì, a rimettere in marcia questo caspita di partito a cui, alla fine, vogliamo bene.
Un'immagine su tutte. A inseguire D'Alema, Franceschini and co. per i corridoi c'erano solo i giornalisti. Che è un po' triste, perchè è più facile strappar via una battuta a baffino che non scrivere un pezzo dove si prova a descrivere il Pd che cambia, però è anche consolante. I militanti, gli iscritti, i delegati erano da un'altra parte. Abbiamo voltato pagina.
Han parlato i due padroni di casa, il segretario cittadino di Milano e quello lombardo. Poi è toccato a Letta, che è riuscito a strappare due applausi solo quando ha detto "siamo un'altra cosa rispetto a Casa Pound". Mi è piaciuto molto Epifani, che chiudendo il suo intervento ha passato idealmente il testimone dalla sua alla nostra generazione, chiedendo "al nuovo gruppo dirigente che inizia oggi a guidare il Pd" coraggio e iniziativa.
Davide Zoggia ha poi letto i risultati del congresso e ha proclamato eletto Matteo Renzi, il cui discorso ha emozionato molto renziani e giornalisti, un po' meno me. Tanto show all'inizio, tante "Francesca, Letizia, Fatima, ecc" che non si sa bene chi siano. Un discorso forse pensato più per chi stava a casa che non per chi era in sala. Non mi ha convinto il passaggio "siamo in un governo di coalizione perchè non c'è più Berlusconi" e non ho capito bene quando dovrebbe durare questo governo, se 15 mesi, un anno o se dopo le europee si può andare a votare.
Bene invece il passaggio sul lavoro, bene, anche se avrei voluto più coraggio, quello sui diritti. In assoluto, era dai tempi di Veltroni che un segretario del Pd non dettava un'agenda politica ad un governo, e questo è certamente un passo in avanti.
Staremo a vedere. Il dato più positivo resta quella carica di entusiasmo che ho visto nei tanti volti con cui ho incrociato lo sguardo.
Questa comunità politica ha un'energia, una capacità di rinnovarsi e di ripartire che è incredibile. 

13 dicembre 2013

Cosa succede in città (una settimana coi forconi)

Questa settimana è stata surreale per i torinesi o per chi Torino la frequenta quotidianamente.
La mobilitazione di diverse categorie economiche e sociali, legittima e figlia di una crisi economica e politica di cui si stenta a vedere la fine, è degenerata in manifestazioni di violenza, intimidazione e squadrismo da parte di alcuni gruppi organizzati che hanno sfruttato questa occasione per gettare nel caos la città e sconvolgere la vita di migliaia di cittadini.
Insieme ad altri compagni del Pd, ci siamo stupiti nel non vedere da parte del nostro partito una presa di posizione netta contro questo stato di cose. Abbiamo perciò deciso di chiedere al presidente dell’assemblea provinciale, Alessandro Altamura, la convocazione di un’assemblea straordinaria e pubblica, dove poter discutere di quello che sta succedendo alla nostra città e di come riuscire a capire le ragioni di chi protesta e isolare e condannare i violenti. Per farlo abbiamo raccolto oltre sessanta firme di delegati in assemblea e altrettante di iscritti e militanti del Pd.
Nel frattempo, la situazione di violenza e di degenerazione più forte si è verificata a Nichelino, dove un gruppo di persone ha assediato il comune, tenendo letteralmente in ostaggio il sindaco Catizone e alcuni impiegati. La popolazione di Nichelino, dopo la bella iniziativa di martedì sera (i ragazzi sono usciti a pulire le strade inzozzate da questi vandali), ha deciso di convocare per questo pomeriggio, alle 18.30, una fiaccolata contro la violenza e contro la degenerazione della protesta.      
Ieri pomeriggio, come primo firmatario della richiesta di assemblea, mi sono sentito con il segretario Fabrizio Morri. Abbiamo concordato che l'iniziativa di Nichelino stava assumendo una dimensione che andava oltre i confini cittadini e che sarebbe stato importante esserci. Abbiamo perciò concordato di "aderire" alla marcia di Nichelino e Morri si è impegnato a far convocare l'assemblea entro la prossima settimana.
Durante questo colloquio ho chiesto espressamente a Morri di fare di tutto affinchè il Pd aderisse alla marcia di domani indetta dai sindacati contro il governo Cota, contro la crisi e contro le violenze che si sono manifestate in questi giorni. 
L'adesione è arrivata in serata. Non per merito mio eh, ma perchè è stato trovato un accordo. Diciamo che era un'esigenza diffusa, quella di scendere in piazza tutti insieme.       
Perchè vi ho raccontato questa storia?
Perchè lo devo alle persone che abbiamo contattato in questi giorni e che hanno condiviso con me e altri questa iniziativa.
Perchè "l'immobilismo del Pd" tanto strombazzato dai giornali è una triste realtà, ma non deve essere confuso con l'ignavia.
Ci siamo trovati di fronte ad una protesta che è nata in un modo ed è finita in un altro. Abbiamo sperimentato come le forze dell'ordine non fossero preparate ad affrontare una situazione del genere (e vorrei ancora capire perchè...). Non abbiamo capito quello che stava succedendo. Non lunedì però, ma nelle settimane precedenti, quando la protesta si stava organizzando.
La cosa che mi lascia più perplesso è che sembra del tutto evidente come in questa città e nei territori che gravitano intorno a Torino, pare non esserci più una rete di rapporti tra istituzioni, partiti, sindacati, associazioni, ecc. Ci si muove in ordine sparso, senza un coordinamento organizzativo e senza neanche avere le idee chiare su cosa sta succedendo.
Estremizzo: alcuni difendono i forconi a spada tratta mentre altri dicono che son solo fascisti.
E poi le iniziative. Mercoledì sera gli autoconvocati sotto il Comune, ieri la CGIL ha affittato una mongolfiera (non sto scherzando) con uno striscione "meno tasse, più lavoro", stamattina c'è un presidio dell'ANPI, oggi pomeriggio la fiaccolata a Nichelino, domani la manifestazione dei sindacati. Tutte cose fatte per bene ed importanti, ma slegate tra di loro.
In questo caos, il Pd ha fatto un po' il pesce in barile, un po' è stato tirato per la giacca da una parte e dall'altra, un po' si è mosso senza però prendere posizioni nette.
Spero che, finito tutto questo casino, ci si renda conto che o si ricomincia a parlarsi, o siamo panati.  Parlare con chi manifesta onestamente e ha tutte le ragioni per farlo, parlare con chi, associazioni e sindacati, ha ancora un ruolo di rappresentanza, parlare con chi, semplicemente, ha ancora voglia di occuparsi della cosa pubblica e, soprattutto, del futuro del nostro territorio e della nostra società.
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
        

 
   


12 dicembre 2013

Rassegna stampa condovese

Il titolo dice tutto.
Anche se parlare di unità "a sinistra" mi sembra azzardato, per stessa ammissione di Buongiorno Condove.
Continuo a pensare che la nostra priorità debba essere unire gli elettori, e che stiamo facendo un pessimo servizio al nostro paese.
Mi spiace verificare che sono l'unico a pensarla così.
Questa situazione mi fa tornare in mente le parole di Demostene: "l'esito delle azioni dipende dagli dei. La scelta dell'agire rivela l'animo dell'uomo".
Ecco, non aggiungo altro.

10 dicembre 2013

Rassegna Stampa primaria (e definitiva)

Un lungo pezzo de Luna Nuova racconta quello che è accaduto in questo bel week end per il Pd.
In Valsusa abbiamo rivisto la solita grande partecipazione, con Matteo Renzi che spopola e noi che ci difendiamo alla grande, arrivando secondi praticamente ovunque.
Pippo Civati in Valsusa e Valsangone ha raccolto 630 voti. Un risultato mica da ridere, che ci colloca oltre al 18% come media di territorio e al 17,6% come collegio Pinerolo/Susa (dove abiamo raccolto 1824 voti), superando di oltre 3 punti Gianni Cuperlo
Grazie a questo risultato sono stato eletto in assemblea nazionale, a cui parteciperò per la prima volta come delegato già questa domenica, a Milano.
Un enorme grazie a chi ci ha dato fiducia e ci ha sostenuto. Ora si inizia a far sul serio. 

9 dicembre 2013

Faccio i nomi

Daniele Viotti, Ermanno Torre, Fabio Malagnino, Ilda Curti, Marko Nero, Francesco Astore, Chiara Foglietta, Riccardo Olivero, Hamilton Santià, Elena Ceretto, Eloisa Franchi, Carmine Terrioti, Marta Levi, Davide Mattiello, Pierluigi Ubezio, Fabio Lamon, Luigi Pinchiaroglio, Paolo De Francia, Sara De Giorgis, Simone De Ruosi, Andrea Aurora Di Benedetto, Rosanna De Angelis, Lorenzo Pollone, Dimitri Buracco, Francesca Rumbolo, Alessandro Montagnese, Alberto Probo, Chiara Revelchione, Alberto Abate, Agnese Boni, Roberta Falzoni, Luigi Giordano, Elvio Fassone, Maurizio Modini, Stefano Rizzo, Serena Sasanelli, Ludovica Cioria, Giuliana D'Agostino, Marco Sciretti, Alessandro Furbatto, Nicolò Sartorello, Marta Palmieri, Paola Miglio, Stefano Garello, Federico Tosco, Ivano Fucile, Guido Boccardo, Alessandra Zordan, Paolo Zanellato, Mimmo La Cava, Ottavio Davini, Matteo D'Ambrosio, Juan Carlos De Martin, Santo La Ferlita, Roberto Aringhieri, Chiara Manfredotti, Federico Dolce, Roberto Modini, Andrea Buldorini, Michele Suma, Francesca Zoavo, Marco Pavan, Gianluca Pollastri, Alessandro Ruggiero, Marco Brusconi.

Coordinare una mozione a livello provinciale non è una cosa semplicissima, credetemi.
Senza di loro, nulla sarebbe accaduto.
Siamo secondi sia in Piemonte, sia in provincia di Torino. Con il 17%.
Con alcuni di loro ho solo collaborato e fatto iniziative, con moltissimi siamo proprio diventati amici.
Dani, Erma, Fabio, Ilda, Marko e Frank invece son diventati quasi una seconda famiglia. Capita così, quando ti senti minimo tre o quattro volte al giorno con una persona.  
Un anno fa esatto, era proprio l'8 dicembre, andammo a Milano per un incontro con Pippo per decidere come organizzare il lavoro per il 2013 in vista del congresso.
Di Torino eravamo in 4.
Quattro.
E qualcuno oggi prova a spiegarmi che abbiamo perso.
Mah...  

6 dicembre 2013

Rassegna stampa "primaria" - seconda parte

Il pezzo di Luna Nuova uscito oggi a commento del bel pomeriggio di martedì.
Sotto, tutte le info sul come e dove andare a votare.
A Condove, come sempre, saremo al centro don Viglongo di via Bruno Buozzi, dalle 8 alle 20.

5 dicembre 2013

L'ultimo miglio

Stasera sarò a Pinerolo, con l'ex senatore Elvio Fassone e Marta Levi, per presentare la mozione Civati.
Domani a Piossasco con Davide Ricca (Renzi) e Andrea Giorgis (Cuperlo) per un dibattito sulle primarie e sul futuro del Pd.
Sabato mattina a Rivoli, per un aperitivio pre pranzo con gli amici rivolesi.
La campagna si fa, facendola, anche se inizio a sentirmi come Forrest Gump: sono un po' stanchino.

Rassegna Stampa "primaria"


Martedì, insieme ad Antonio Ferrentino e a Cristina Galatà, ho rilasciato una breve intervista a LaValsusa. Eccola.

Prima domanda: un motivo per votare alle primarie e un motivo per votare Civati
La Prima Repubblica è finita da 20 anni, la Seconda non è mai neppure iniziata, la Terza inizierà solo quando una nuova classe dirigente del centrosinistra si prenderà il Pd. E se questo accadrà, sarà merito delle primarie, l’unica cosa positiva che siamo riusciti a inventarci in questo lungo ventennio berlusconiano. Uno strumento per avvicinare i cittadini alla politica, per coinvolgerli e dargli la possibilità di costruire i cambiamenti di cui abbiamo bisogno. La summa di quello che era “lo spirito dell’Ulivo” (che ormai nel Pd, più che uno spirito sembra un fantasma). L’unico che in questi anni ha mantenuto vivo questo stile e questo approccio è stato Pippo Civati. Colto, preparato, innovatore sincero, determinato, aperto. Ha tutto quello che gli serve per fare il segretario.
2° domanda: cosa deve fare il Pd sulla ToLione: fermarla o farla continuare?
Che la costruzione di una nuova linea ad Alta Velocità in Valsusa non serve a niente non lo dico io, non lo dice Civati, non lo dicono i valsusini. Lo dice il governo, che confermando il progetto low cost studiato dal governo Monti ha di fatto ridotto di gli investimenti su questo progetto, che non costa 24 miliardi come qualcuno dice, ma 8, divisi tra Francia, Italia e Europa, e di cui solo poco più di 2 (rateizzati in dieci anni) sono a carico nostro. Lo dice LTF, che ha fatto sparire dal calendario dei lavori la costruzione della nuova linea (basta andare sul sito per verificare). Lo dicono i lavori di raddoppio della canna autostradale del Frejus. Lo dice il fatto che, ad oggi, si sta scavando un tunnel geognostico, che è una cosa differente rispetto al tunnel di base.
3° domanda: una ricetta per riportare lavoro e reddito in valle di susa.
La valle deve tentare in tutti i modi di difendere gli insediamenti industriali che ancora esistono con un grande progetto di territorio. La crisi della Vertek-Lucchini, della Bertone, della Selmat, della Beltrame e di altre piccole e grandi industrie non possono essere affrontate singolarmente, ma come territorio. Provando ad attrarre investimenti, sia economici, sia di innovazione        

4 dicembre 2013

Un bel pomeriggio


L'incontro con Pippo Civati è stato un successo.
In pochi giorni, mandando qualche sms e mobilitandosi su Facebook, siamo riusciti a mobilitare più di 100 persone. Una roba non facilissima alle 15.30 di un martedì qualunque.
Abbiamo parlato di cosa sta capitando al Pd e più in generale alla nostra comunità politica.
Abbiamo ascoltato, soprattutto.
I lavoratori della Vertek-Lucchini che rischiano di rimanere a casa tra pochi mesi e la disillusione e l'incazzatura di chi non si fida più della politica ma vorrebbe tornare a fidarsi.   
Abbiamo provato a spiegare che le cose sono un po' più complicate di come rimbalzano su Facebook (vedi caso Cancellieri) e che sul Tav, anche nel Pd, c'è un gruppo di persone che prova a F.A.R.E. dei ragionamenti diversi.
E' stato un gran bel pomeriggio, e credo che anche la tanta gente presente in sala abbia apprezzato.
Credo anche che abbia capito che le cose cambiano cambiandole, e il primo passo è andare a votare alle primarie di domenica e mettere una bella croce su Civati.
   

3 dicembre 2013

Rassegna Stampa - Pippo a Condove

Nonostante il preavviso minimo, Luna Nuova dà un po' di spazio alla nostra iniziativa di oggi.
Per chi non lo sapesse ancora, alle 15.30 Pippo Civati sarà a Condove.
Oggi eh, solo oggi.
Stasera poi va a Bra e domani è a Bruxelles.
L'appuntamento è per le 14.45 al binario 20 di Porta Nuova.
Esco da lavoro, un panino al volo, recupero Pippo, 40' di treno e siamo a Condove.
Ci vediamo in biblioteca.

2 dicembre 2013

Civati a Condove. Domani

Domani pomeriggio, dalle 15, 15.30 in poi, Pippo Civati sarà in biblioteca a Condove per incontrare amministratori, lavoratori di aziende in crisi della valle, iscritti e simpatizzanti del Pd.
Lo farà, lo faremo insieme, perchè abbiamo un'idea nuova della politica, che però è antichissima.
Quella di andare dove ci sono i problemi, tra la gente, in mezzo alle questioni.
Non per insegnare o per promettere la luna. Banalmente per ascoltare e per tentare di riannodare un filo di speranza che in Valsusa si è spezzato tanto tempo fa. 
So che l'orario è complicato, ma in campagna elettorale (perchè poi l'8 dicembre ci sono le primarie...) i tempi sono sempre strettissimi.
Sarò comunque un'occasione importantissma per passare dalla delusione alla speranza e per rendersi conto di persona che non tutto è perduto.

28 novembre 2013

Sono in lista per Civati. #sapevatelo


Le primarie dell'8 dicembre non decideranno solo chi sarà il prossimo segretario del Pd.
Verranno eletti anche i membri dell'assemblea nazionale, il luogo di dibattito, rappresentanza e scelta politica più importante del Pd.
Ad ogni candidato sarà collegata una lista di nomi, per cui votando, che ne so, PIPPO CIVATI, voterete contemporaneamente per i candidati scelti a suo sostegno.
La provincia di Torino è stata suddivisa in sette collegi elettorali (quelli del Senato, legge Mattarellum): Ivrea, Settimo/Caselle, Pinerolo/Susa, Rivoli/Collegno/Grugliasco, Nichelino/Moncalieri, Torino 1 (circoscrizioni 1,2,3,8,9,10) e Torino 2 (4,5,6,7), per cui chi voterà alle primarie a Torino sceglierà, oltre a Civati, delle persone diverse rispetto a chi voterà a Susa o a Rivoli o a Moncalieri.
In pratica, nel collegio di Pinerolo/Susa, chi voterà Pippo Civati voterà anche me, che sono il capolista della lista a suo sostegno.
Al mio fianco, Agnese Boni di Pinerolo, Luigi Giordano di La Cassa e Roberta Falzoni, sempre di Pinerolo. 
Un segnale di attenzione da parte di Pippo verso la Valsusa e verso il lavoro fatto in questi anni.
Quindi, votando Civati votate un po' anche me.
La cosa fa un po' sorridere, mi onora parecchio ma soprattutto spero serva almeno un po' a coinvolgere più gente possibile intorno alle idee e alle proposte portate avanti da Pippo.
Capito? 
Adesso l'8 sapete cosa fare.
    

26 novembre 2013

Gli endorsement che ci piacciono

Questa campagna per le primarie dell'8 dicembre sembra i 3.000 siepi.
Ogni giorno una scadenza, un documento da leggere, persone da contattare, eventi da organizzare, materiale da distribuire ecc, ecc.
La scadenza di questa (prima parte di...) settimana è fissata per giovedì alle 12. Entro quell'ora devono essere presentate le liste dei candidati all'assemblea nazionale, collegate ai singoli candidati nazionali, corredate da 50 firme per ogni lista.
In pratica, l'8 dicembre non si voterà solo per Renzi, Cuperlo o PIPPO CIVATI :) ma anche per delle piccole liste di persone che andranno a comporre l'organismo assembleare più importante del Pd.
La nostra raccolta procede alla grande. Stiamo ricevendo adesioni da tutti i territori della provincia e probabilmente riusciremo a chiudere questa partita già stasera.
Mettendo a posto i moduli, mi è cascato l'occhio su una firma in particolare, che mi ha fatto molto piacere vedere.
Quella di Elvio Fassone. Ex senatore, giurista, pensatore raffinato ed elegante.
Una di quelle persone da non rottamare insomma, ma da tenersi ben strette.
Vota Civati e lo fa convintamente.
Ci piacciono parecchio questi endorsement.
          

19 novembre 2013

Gli inceneritori si spengono, spegnendoli

Avete presente il sindaco di Parma, Pizzarotti? Quello del Movimento 5 Stelle, che aveva promesso fuoco e fiamme contro l'inceneritore che si stava costruendo nella sua città, giurando e spergiurando che "con noi a capo della città, l'inceneritore non aprirà mai".
Bene. Sappiamo come è andata finire.
A pochi chilometri da Parma c'è un'altra città che si chiama Reggio Emilia e che, a livello provinciale, ha un assessore che si chiama Mirko Tutino, un ragazzo del'83 che si occupa di ambiente e di tutela del paesaggio.
Mirko non ha fatto tanto casino.
Si è semplicemente messo a lavorare e l'inceneritore di Reggio Emilia è riuscito a spegnerlo.
Come ha fatto? Ce lo spiegherà "di perso
na personalmente", giovedì sera alle 20.30, in piazza Vittorio 1 a Nichelino.
Io fossi in voi un salto lo farei.

18 novembre 2013

Civati l'8 dicembre ci sarà


Ieri sera si sono concluse le convenzioni di circolo del Pd, un momento di dibattito riservato agli iscritti che hanno votato i candidati alla segreteria nazionale.
Sulla base di queste votazioni, dei quattro candidati attualmente in corsa uno dovrà cedere il passo. Uno, che da ieri sera si chiama Gianni Pittella.
In tutta Italia infatti il grosso degli iscritti democratici si è diviso tra Matteo Renzi (45,7%) e Gianni Cuperlo (38%). Pippo Civati ha preso l'11% dei voti mentre Pittella si è fermato al 5%.
In provincia di Torino il voto è stato simile a quello nazionale, con Renzi che chiude al 47%, Cuperlo al 41% e Civati a poco più del 9%.
Come mozione Civati abbiamo recuperato molti consensi in provincia, mentre a Torino città e nella prima cintura non siamo riusciti ad andare oltre al 5%. I circoli più grandi sono anche quelli più "fidelizzati" dai leader del partito e quindi più difficili da smuovere.
Il dato vero però è un altro.
Negli ultimi due mesi mi sono occupato di organizzare la mozione sul territorio provinciale.
Uno sbattimento senza fine. Siamo partiti che non eravamo neanche dieci e oggi possiamo contare su una rete attiva di una sessantina di persone che in questi giorni hanno promosso la mozione nei circoli, venduto il CiWino, distribuito volantini, ecc. Partendo da zero, e senza rimbalzi mediatici, abbiamo recuperato 502 voti tra gli iscritti, che pochi non sono.
Ci siamo conosciuti, abbiamo imparato a lavorare insieme e anche a divertirci.
Ora abbiamo tre settimane per fare quello che ci piace di più.
Parlare con la gente, convincerla a dar fiducia a Pippo Civati e alla sua idea di centrosinistra.  
Dimostrargli che le cose cambiano in un modo solo.
Cambiandole              

13 novembre 2013

Lavoro e lavoratori


Solitamente non seguo molto le vicende del sindacato.
E' un mondo che non mi appartiene, che conosco poco e che, a mio avviso, in questi anni di crisi e di grandi trasformazioni, si è adoperato soprattutto per difendere i diritti di chi i diritti li ha, invece di provare a portare questi stessi diritti ai tanti, tantissimi lavoratori (quasi tutti della mia generazione) che sono in balia delle regole del mercato, senza tutele, senza rappresentanza, addirittura senza la coscienza di far parte di una stessa classe sociale.   
Queste cose le ho anche dette in varie occasioni e in vari incontri, facendo storcere il naso ai più anziani e, mediamente, riscuotendo poco consenso. Qualsiasi critica nei confronti del sindacato viene letta come un attacco ai lavoratori (come se io non lo fossi, per dire...) e a una storia gloriosa.  
Per questo mi fanno molto piacere le parole di Maurizio Landini, con cui raramente mi trovo d'accordo ma che questa volta centra il punto.
Se vogliamo uscire dalla crisi bisogna tornare a lavorare tutti. Per fare questo ognuno deve fare la sua parte, soprattutto il sindacato che in questi anni non ha fatto quasi nulla. Serve una ritrovata cultura del lavoro ma soprattutto un nuovo modo di concepire il lavoro e la produzione.
Perchè mentre noi stiamo, a mio avviso giustamente, cercando di salvare il salvabile di un sistema industriale italiano abbandondato a sè stesso, non possiamo non guardare a cosa capita nel mondo (segnalo questo bel pezzo su IlPost) dove sta cambiando il modo di produrre.
C'è poi tutta una parte legislativa sulla quale io e Landini non credo saremo d'accordo (vedi contratto unico), però ripartiamo dai fondamentali. Sarebbe già un bel passo in avanti. 
  
       

8 novembre 2013

E' ora di bere un buon CiWino

Vi risparmio anche l'imbarazzo della scelta.
Perchè se le cose cambiano, cambiandole, il vino lo si beve, bevendolo.
Ma soprattutto acquistandolo.
Il CiWino è un ottimo barbera da pasto, imbottigliato da un produttore locale di Castigliole ed etichettato da noi di Piemonte per Civati.
E' un vino che fa bene non solo perchè è buono e tiene allegri, ma perchè acquistandolo si finanzia la campagna congressuale per la segreteria del Pd di Giuseppe Civati.
Non avendo nessun grande finanziatore alle spalle, ci siamo inventati questo modo trasparente e divertente per raccogliere i fondi necessari per la stampa di volantini e pieghevoli, per coprire le spese di affitto dei locali dove abbiamo fatto (e faremo) iniziative pubbliche e per tutte le spese che in una campagna elettorale devonoe ssere affronatate.
Il CiWino fa 12 gradi, è garantito "101 free" (nel senso che i famosi 101 non lo possono bere) ed è in vendita a 7 euro a bottiglia.
Per info, richieste e prenotazioni scrivetemi in privato (jacopo.suppo@libero.it oppure sul mio profilo Facebook) o mandate una mail a piemonte@civati.it oppure cercateci sulla pagina Facebook Piemonte per Civati.   
Vi dico solo che in due giorni ne abbiamo venute 132.
Fossi in voi mi affretterei.

4 novembre 2013

Il congresso provinciale del Pd

Questo week end si è concluso il congresso provinciale del Pd. Tra oggi e mercoledì ci saranno ancora alcuni congressi di circolo, che attribuirenno una trentina di delegati sui 250 totali.
In pratica però, il 90% del lavoro è fatto.
Ha vinto Fabrizio Morri, candidato neo renziano (dico neo perchè si è scoperto rottamatore alla soglia dei 60, un mesetto fa, come il suo sponsor Fassino), come ampiamente pronosticato alla vigilia. Lo stesso Morri che alle parlamentarie di un anno fa aveva preso la bellezza di 467 voti (arrivando ultimo) e che ora invece sfonda quota 3.800 voti, rischiando seriamente di chiudere sopra i 4.000.
Che peccato per lui! Se avesse preso gli stessi voti un anno fa, ora sarebbe a Roma, anche se forse un terzo mandato parlamentare sarebbe stato un impegno troppo gravoso.
Dico tutto questo non per fare il polemico (un po' sì però...) ma per introdurre qualche elemento di chiarezza in un dibattito sclerotizzato e che in questi ultimi giorni si è fossilizzato sulla vicenda vergognosa, ma ahimè non nuova, delle tessere last minute.
Il dato politico vero è che il Pd torinese avrà un segretario commissariato da Fassino. Magari anche una brava persona, capace e preparata, ma che si troverà a fare il notaio di decisioni prese altrove. Decisioni che riguardano il futuro del nostro territorio. Robette tipo inceneritore, metropolitana, servizi ai cittadini, ecc, ecc. Torino città aumenterà il suo peso e il Pd non sarà quel  luogo in grado di fare elaborazione indipendente dalle dinamiche amministrative del capoluogo.
I sostenitori di Morri hanno sposato questo progetto. Alcuni convintamente (ed è legittimo), altri un po' più inconsciamente (e non volerlo riconoscere è sciocco), altri inconsapevolmente (penso ai nuovi iscritti pescati per strada).
Io ho fatto una strada diversa. Ho rotto le scatole (insieme ad altri eh, non sono Superman) a Matteo Franceschini Beghini perchè fosse lui il candidato di un Pd diverso, deluso, che ha un'altra idea della politica. Siamo partiti in una decina di persone, senza sponsor, senza soldi, senza padri/padrini/datori di lavoro. Ecco, abbiamo preso poco meno di 800 voti e 25 delegati in assemblea (più del 10%. Più del segretario uscente, per dire). Gente libera, contattata e coinvolta una per una, girando la provincia come matti.
Come avevamo promesso, questo congresso per noi vuole essere solo l'inizio di un nuovo percorso. Sarà complicato e molto lungo, ma credo anche che non ci siano tante altre alternative per chi crede che la politica sia un fatto collettio, non solo un perenne accordo tra gruppi di potere.
Ora per noi inizia un viaggio nuovo, quello vero direi.

30 ottobre 2013

Aggiornamento situazione Vertek


Ieri sera a Borgone ho partecipato ad una riunione convocata dagli RSU e dagli operai della Vertek Lucchini di Condove. Dopo le mobilitazioni di fine luglio, si sperava che il commissario del governo, la Regione e i sindacati potessero trovare un accordo per salvaguardare il futuro dello stabilimento e i 94 posti di lavoro. Le notizie invece sono pessime. Il commissario ha presentato il 9 settembre un piano industriale di cui però ancora non si sa nulla.
Dei quattro stabilimenti del gruppo, solo quello di Trieste sembra poter uscire più o meno "indenne" da questa situazione. Per quanto riguarda Condove, che di fatto è un reparto distaccato della stabilimento di Piombino, il futuro è nerissimo. A fine anno nello stabilimento toscano verrà spento l'altoforno, con la conseguente messa in cassa integrazione di 1400 operai in loco e lo stop della lavorazione a Condove, che d Piombino dipende a livello di approvvigionamento di materia prima da lavorare.
Anche l'ipotesi di vendita separata di ogni singolo stabilimento sembra più complicata del previsto. La Vertek di Condove sembra non abbia acquirenti. Si parla di un interessamento da parte di un fantomatico imprenditore di cui però non si sa nulla, tranne il fatto che sia interessato a tenere solo 25 addetti su 94. Un bluff insomma.  
La serata di ieri, a cui hanno partecipato molti sindaci e amministratori, si è conclusa con l'impegno di scrivere un documento dove vengano esposte tutte le crisi dei vari stabilimenti della valle, provando così a fare un ragionamento di territorio per salvaguardare quanti più posti possibili.
Dalla Vertek alla Beltrame, dalla Selmat alla Bertone.
Speriamo che questa mobilitazione generale prenda corpo e che ci si muova in fretta.
Ogni giorno che passa senza novità è un giorno perso per il futuro della fabbrica condovese.        
 
      
 

28 ottobre 2013

A scanso di equivoci

Sabato ho ripostato su Facebook il video del mio intervento alla Leopolda 2010.
Ho ricevuto un po' di like e son venute fuori tutta una serie di riflessioni su Tav, Pd, congresso, ecc, ecc.
Ci tengo a dire solo una cosa, perchè credo che a qualcuno sia sfuggita.
Non ho postato quel video per parlare (ancora una volta) di Tav. La mia posizione sul tema rimane quella di sempre, così come rimangono immutate le critiche a chi, a Roma come in valle, non ha saputo o non ha voluto gestire questo problema in maniera rigorosa. Forse, e dico forse, avremmo potuto evitare tutti i casini che capitano un giorno sì e l'altro pure.
Ho voluto postare quel video per segnare la differenza tra l'evento di tre anni fa e quello che è terminato ieri. Perchè se la qualità degli interventi e la grande partecipazione è sempre la stessa, è la prospettiva ad essere diversa.
Perchè nel 2010 c'era una nuova generazione democratica, diffusa sul territorio, competente e appassionata, che per la prima volta si guardava negli occhi e iniziava un percorso di rinnovamento che è ancora molto lungo. C'erano due ragazzi a dirigere le danze, che non sono stati su quel palco tre giorni soltanto per ambizione personale, ma lo hanno fatto perchè credevano veramente di poter essere i front man di una nuova generazione che si candidava alla guida di un centrosinistra nuovo, rinnovato e ampio.
Al netto degli interventi (moltissimi dei quali belli, condivisibili, studiati) e della partecipazione, la Leopolda di quest'anno aveva un'altra prospettiva.
Quella di lanciare la corsa di uno. Di uno solo.
Circondato, tra l'altro, da molti di quei personaggi che lui stesso aveva promesso di voler mandare in pensione e che non più tardi di un anno fa lo dipingevano come il Belfagor d'Oltrarno.   
"Innovare la politica con Fini e Casini è come voler circumnavigare Capo Horn con il pedalò", disse Renzi alla vigilia delle primarie dell'anno scorso.
Ecco, cambiare il Pd con Fassino, Franceschini e tutti i vari signorotti delle tessere invece, è come andare a Pechino in ginocchio su una strada sterrata.    
Io credo che la differenza sia tutta qui. E per me non è poco.
Resta il rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Per non aver saputo dare seguito a quello che, ad oggi, resta il momento di partecipazione politica (nel centrosinistra) più alto per la mia generazione 
Son stati fatti tanti errori, ma alla fine ognuno fa le sue scelte e se saran giuste o sbagliate, non lo scopriremo l'8 dicembre, ma dal 9 in poi. 

   

23 ottobre 2013

Cuba cambia ancora


Dopo le riforme economiche del 2011 e la possibilità di poter uscire dall'isola liberamente, un altro passaggio importante per il futuro di Cuba. L'abolizione della doppia moneta era una cosa molto sentita tra i cubani, che probabilmente vedranno aumentare il potere d'acquisto dei loro stipendi. La differenza tra le due valute é enorme. I cubani ricevono lo stipendio in pesos cubani, mentre gli stranieri sono obbligati a commerciare solo in CUC, dal valore simile al dollaro. Il rapporto tra le due valute é di 25 a 1. Per fare un CUC ci vogliono circa 25 pesos. Pensate che enorme disparità esiste tra questi due sistemi e quanta disuguaglianza ha creato.  Insomma, se la doppia valuta verrà abolita, i cubani ne gioveranno parecchio. 
Qualcuno dirà che ormai anche Cuba sta abbandonando i suoi sogni e presto diventerà la spiaggia low cost degli USA. Io non lo credo. Credo che i cubani troveranno una strada tutta loro per integrarsi con il mondo e allo stesso tempo difender tutto il fascino e i valori della loro cultura e della loro storia, anche se resta aperta la questione enorme dei diritti politici, delle elezioni libere e della costruzione di una vera democrazia compiuta, Arriverà anche quello, é inevitabile.
Questi cambiamenti sono l'ultimo passo di un cammino lunghissimo, pieno di contraddizioni e di sogni (alcuni traditi, altri no). Un cammino che si rinnova e prova a stare al passo coi tempi.
Del resto, come ho letto su un muro di Playa Giron, nella baia dei porci, "revolucion es cambiar todo lo que debe ser cambiado".

di Jacopo Suppo

 
 

 

22 ottobre 2013

Un anno fa

Ci siamo trovati, un sabato mattina, per dare una pulita al sottopasso che collega Condove con il cimitero. Una decina di persone, armate di pennelli, latte di vernice, succhi e croissant.
Abbiamo fatto una cosa utile, ci siamo divertiti ma soprattutto abbiamo smentito quelli che ci dicevano: "sì, ma tanto qualcuno sporcherà di nuovo tutto".
E invece no.
Il sottopasso è come lo abbiamo lasciato un anno fa.
Per ringraziarci, una signora che lo utilizza regolarmente ci ha addirittura regalato 20 euro (che abbiamo speso così).
Per la serie, le cose si fanno, facendole e una buona azione ne genera sempre almeno un'altra altrattanto buona.
In questo tempo di pessimismo cosmico, non è poco.

13 ottobre 2013

Ieri ho incontrato una persona

Sono settimane intensissime, e come potete vedere anche il blog ne risente parecchio.
Scrivo poco, aggiorno e riposto ancora meno.
Abbiamo messo in piedi una bella organizzazione a sostegno di Pippo Civati, facendo eventi, raccogliendo firme, contattando amici e compagni sparsi per tutta la provincia, che ci stanno dando una grandissima mano.
Abbiamo deciso anche di provare a dare il giro al Pd locale, candidando e sostenendo Matteo Franceschini Beghini alla carica di segretario provinciale.
Insomma, finito il lavoro alle 17.30, se ne inizia un altro che dura almeno fino a mezzanotte. Raccolta firme, iniziative, incontri per scrivere documenti. Stancante, ma bello e divertente.
Sto conoscendo tante persone entusiaste e capaci, che fanno le cose perchè ci credono e le fanno con il sorriso sulle labbra. Che non è poco.
Ieri però ne ho conosciuta una che mi ha colpito.
Si chiama Giovanni, è un ragazzino di 82 anni che fa l'architetto e che nella sua vita ha sempre fatto coincidere la sua professione con la politica. Cioè ha fatto della sua idea di urbanistica e di spazio a servizio della comunità la cifra del suo impegno politico. Un servizio.
Ha un blog, come me, e nelle righe di presentazione c'è scritta una cosa che mi è piaicuta tantissimo.    
"Si dice che c'è disgusto tra la gente verso i partiti e verso la politica in generale. Questo disgusto nasce da un equivoco. La politica non è ciò che vediamo tutti i giorni in televisione: incontri tra segretari di partito, oscure dichiarazioni, linguaggio incomprensibile, noia. Politica è il vivere quotidiano in mezzo agli altri, sono le nostre esigenze, i nostri problemi: il lavoro, la scuola, i figli. Ciascuno di noi, come singolo o come gruppo, ha delle esigenze; politica è far andare d'accordo queste esigenze con quelle della collettività, con quelle generali".
E basta. Il senso della militanza sta tutto in queste poche righe.
Sentendo parlar Giovanni mi è tornato in mente mio nonno, che ha fatto la guerra (tutta) e che lavorato per cinquant'anni prendendosi cura prima dei suoi figli e poi dei suoi nipoti. Invalido di guerra, operaio, padre e nonno dalle poche parole ma dal grande esempio.
E mi è tornato in mente Mario, che lunedì saluteremo per l'ultima volta, che tanto ci ha insegnato con il suo stile e il suo essere costruttore di ponti tra gli uomini.
Ecco. Rottamiamo i modi sbagliati della politica. Il compromesso al ribasso, l'opportunismo, la smania del potere fine a sè stesso.
Teniamoci stretti Giovanni e quelli come lui. 



 
      

9 ottobre 2013

The good company

C'era una sera di pioggia, una bocciofila e un piatto di antipasti piemontesi.
Era marzo inoltrato, ma lo schiaffo preso il 25 febbraio faceva ancora male. Ci trovammo tra amici, una ventina, un po' per guardarci negli occhi e vedere se eravamo ancora tutti interi, un po' per capire se c'era ancora la voglia, e soprattutto le condizioni, per fare un po' di politica.
Discutemmo molto e decidemmo poco, ma fu un punto di partenza.
In questi mesi non ci siamo persi di vista. Abbiamo continuato a disctuere molto, anche in maniera accesa. Ci siamo presi per il culo e ci siamo stuzzicati. Nonostante le differenze, ci siamo uniti, mentre intorno a noi aumentavano le divisioni. Divisioni tutto attaccato, perchè di visioni (politiche) non ne abbiamo viste molte. Nessuna, a dirla proprio tutta.
E allora ci siamo detti che è arrivato il momento, anche per noi, di giocare la nostra partita.
Ci siamo detti che se uno è iscritto al Pd non lo è perchè gliel'ha detto Cuperlo, Civati o Renzi, ma perchè spera di fare qualcosa di utile per il mondo che abita e per i mondi che frequenta.
Abbiamo pensato che è ora di marcare un distacco e delle differenze rispetto agli accordi sottobanco, alle alleanze di potere, a chi guarda solo a sè stesso e al suo cadreghino.
Abbiamo deciso, insieme (e abbiamo anche dovuto insistere :) ), che Matteo Franceschini Beghini può essere il candidato democratico (non renziano, cuperliano, ecc, ecc, democratico) giusto per inaugurare una stagione nuova di questo malconcio Pd.
Ci proviamo. Sapendo che non abbiamo nulla da perdere e che abbiamo tanti spazi per fare cose divertenti e nuove, con persone divertenti e nuove. 
Liberi, aperti, allegri, determinati. La Buona Compagnia del Pd.
Il viaggio è appena iniziato e lo vogliamo presentare giovedì sera, alle 21, alla sede del Pd in via Masserano 6.
Tutte le info, qui.
     

3 ottobre 2013

Ma, alla fine, ieri cos'è successo?

Per come l'ho capita io, essenzialmente quattro cose.
La prima. Berlusconi ha preso una discreta nasata, e di questo c'è solo di che esserne contenti. Ha fatto il matto per una settimana, accusando i ministri che non lo volevano saguire di tradimento, salvo poi tradire lui stesso quelli che lo avevano seguito nella sua personale crociata. Una sorta di tragedia greca alle nostre spalle (e sulle nostre tasche). Fosse finita così, ci sarebbe da stare allegri, ma credo che ne vedremo ancora delle belle in questi mesi.
La seconda. I gruppi parlamentari autonomi costituiti dai fuoriusciti del Pdl ieri sembravano certi, oggi invece non si sa se saranno costituiti oppure no. E fa una bella differenza. Perchè se il Pdl rimane "unito", possiamo continuare a sperare che sto governicchio duri il meno possibile. Se invece questi gruppi si costituiscono Berlusconi sarebbe fuori dai giochi, senza numeri per far ballare Letta e senza ministri, ma il governo diventerebbe molto più "politico", reggendosi tutto sull'asse Letta-Alfano, e di conseguenza il suo orizzonte si allungherebbe in maniera preoccupante.
La terza. Grillo e i suoi, ancora una volta, sono stati di una inutilità più unica che rara. Gli otto milioni e passa di italiani che li hanno votati, ringraziano sentitamente.
La quarta, e la più grave. Temo sia finito il bipolarismo. e con lui i suoi protagonisti. Imploso il Pdl per mano di un democristianone come Letta, temo che il Pd rischi di fare la stessa fine se non si dà una linea seria, riconoscibile e autonoma. Per questo il congresso dell'8 dicembre sarà importantissimo. Credo comunque che ne capiremo di più quando s'inizierà a discutere della legge elettorale.
Qualcuno ha commentato che il voto di ieri sanciva la fine della seconda Repubblica. Non lo so. Non faccio previsioni. Più che altro perchè, se così fosse, non mi sembra di essere entrato nella terza ma di essere tornato alla prima.
Anche alla luce di questo, urge ricostruire uno spazio di centrosinistra dove gli elettori si sentono "a casa loro". Una roba al di là del Pd, di Sel e degli altri movimenti e partitini che in questi anni hanno concluso poco. Dopo queste giornate di tattica, speriamo arrivino anche quelle della politica.

30 settembre 2013

Brecht, Montanelli e il fu governo Letta

"Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati", diceva Bertolt Brecht.
Lo abbiamo fatto pazientemente in questi mesi di intese larghe, larghissime, che non hanno prodotto niente se non mettere ancora qualche chilometro di distanza tra la politica dei partiti e le persone che questi stessi partiti dovrebbero rappresentare.
Il Parlamento più giovane e rinnovato della storia repubblicana è stato tenuto in ostaggio, nell'ordine, da un vecchio evasore fiscale ed erotomane, da un comico urlante e dal poco coraggio del gruppo dirigente del Pd, la cui colpa più grande rimane quella di non aver saputo vincere delle elezioni che sembravano già vinte, tirandosi dietro tutta una serie di guai e di scelte che stanno tra l'incredibile e il masochismo.
Se crisi dovesse essere, tutti i decreti promulgati in questi mesi dal governo Letta diventerebbero carta buona per i coriandoli. Dalla riforma dei costi della politica all'abolizione delle province, dallo sblocco dei pagamenti per le imprese alla sospensione dell'Imu.
Poche cose, fatte spesso non benissimo, che potrebbero finire nel dimenticatoio con la stessa nonchalance con cui Berlusconi, per la seconda volta in un anno, sta mandando a gambe all'aria un governo di cui fa parte, solo per interessi personali. 
L'unica cosa certa rimane lo scatto al 22% dell'Iva, che sarà in vigore da domani. 
Tutte le altre riforme che dovevano essere fatte subito resteranno nel cassetto. Dalla riforma del mercato del lavoro alla nuova legge elettorale. Vi lascio immaginare con quali conseguenze.
Scene già viste con il governo Monti, che guarda caso era sostenuto (bene o male) dalla stessa maggioranza.
Chi, come me e tanti altri, è sempre stato contrario a questo governo, è stato tacciato di essere un rompiballe, un fighetto e un irresponsabile. Gente che cazzeggiava mentre altri "si sporcavano le mani". Ora che è evidente che tutto questo "sporcarsi" non ha portato a nulla (perchè con certa gente non puoi fare proprio nulla), dovrebbe venirmi da ridere, almeno un po'.
E invece mi tornano in mente le parole d
i Indo Montanelli, che quasi vent'anni fa scrisse: "L'Italia di Berlusconi finirà male, malissimo, nella vergogna e nella corruzione.
E sarà stato inutile avere ragione".    

25 settembre 2013

Tomino d'oro 2013

Dopo l'edizione del 2012, torna, a grande richiesta, il premio "Tomino d'oro 2013".
Un'edizione ancora più gustosa, che premia più la memoria che la vista.
Sì, perchè l'errore è sempre lo stesso dell'anno scorso.
Per la serie, leggiamo le cose che pubblichiamo con attenzione e organizziamo le iniziative con grande passione.
Vabbè...

23 settembre 2013

Merkel uber alles

Angela Merkel è stata rieletta per la terza volta consecutiva alla guida della Germania.
Lo ha fatto raccogliendo un consenso così ampio (quasi 42%) da tenere fuori dal Parlamento i liberali, suoi alleati storici, cosa che paradossalmente potrebbe crearle qualche problema in fase di costituzione del governo. La Merkel insomma ha stravinto, mentre la Spd, pur raccogliendo qualche voto in più rispetto al 2009, si è fermata al 25,7%, il secondo peggior risultato di sempre.
La stagione di Blair, Schroeder, D'Alema e dei governi scandinavi sembra lontana un'era geologica.
Il centrosinistra governa oggi solo in Francia, e anche lì non son tutte rose e fiori.
In campagna elettorale Bersani aveva preso un'iniziativa interessante (anche se poi è morta con la sua débacle elettorale), quella cioè di creare un fronte comune con gli altri leader progressisti europei per cercare di dare delle risposte progressiste a questa crisi che sembra non voler finire, diverse dall'austerità o dai diktat delle grandi banche che hanno imperversato in questi anni.
Risposte che però non potranno essere le stesse di vent'anni fa, ma che dovranno essere più coraggiose, meno ideologiche, che puntino a garantire chi oggi non ha tutele sociali (giovani precari, liberi professionisti, operai malpagati, pensionati). Penso alla riforma del mercato del lavoro, che in Italia non è più rinviabile, e che non può non partire dalle riflessioni fatte da Tito Boeri e, per una certa misura, da Pietro Ichino.     
L'altro giorno, all'assemblea del Pd, Gianni Cuperlo ha citato una frase molto significativa di Norberto Bobbio, riferita alla sinistra italiana: "Discutono del loro destino senza capire che dipende dalla loro natura. Risolvano il problema della loro natura, e avranno risolto il loro destino".
Bellissima. E molto, molto vera.



18 settembre 2013

Il pensiero debole

Questo sabato si riunisce l'assemblea nazionale del Pd, che dovrà stabilire tempi e modi del prossimo congresso, che spero venga convocato il prima possibile.
Non credo che le regole cambieranno più di tanto (e meno male...), anche se il motivo di questa decisione non sembra essere quello, sacrosanto, che le regole non si cambiano prima di una competizone, ma semplicemente perchè in tanti sosterranno Matteo Renzi e quindi bene le primarie aperte, osteggiate fino a poche settimane fa.
Ecco, il limite più grande del mio partito mi sembra proprio questo.
Un pensiero debole che guarda solo a quello che capita oggi o se va bene, a domani mattina.
E quindi, dopo un sei mesi in cui non si poteva dire nulla perchè "se no cade il governo", siamo passati con un giro di valzer a mettere da parte la discussione sui problemi del nostro Paese "perchè tanto vince Renzi" e poi ci pensa lui.
L'importante ora è stare il più vicino possibile al Matteo nazionale, quello che fino a gennaio era una sorta di bestia di Satana da massacrare, cosa che si porta dietro tutta una serie di riflessioni che avevo già scritto qui
In questi giorni di festa provinciale e di grandi discussioni con amici e iscritti, la cosa che più mi ha lasciato perplesso è stato proprio questo ragionamento. Personalmente non posso credere che questi mesi così difficili, punta di un iceberg che agita i mari del Pd da almeno tre anni, vengano dimenticati "perchè tanto vince Renzi". Non voglio credere che la discussione, più libera che in passato, nata intorno ai temi del lavoro, dell'integrazione, dei diritti e del senso stesso della politica in questi tempi così strani (cos'è la partecipazione, come si organizza oggi, che ruolo può avere la sinistra in tutto ciò) venga messa in freezer "perchè tanto vince Renzi". Capisco lo smarrimento e la voglia di voltare pagina, ma il momento giusto per questo cambiamento è capitato mesi fa, quando dovevamo scegliere il candidato premier e andò come sappiamo. Sostenere Renzi perchè-poi-si-va-a-votare-e-poi-si-vince è una bel mantra che racchiude in sè tutta una serie di eventi che non è detto che si verifichino uno in fila all'altro così, come se nulla fosse. A fare i conti senza l'oste siamo dei fenomeni, e anche oggi vedo il rischio che si diano per scontate troppe cose che scontate non lo sono per niente.     
Oggi dobbiamo decidere chi farà il segretario, che è una cosa un po' diversa dal fare il premier. Serve una persona che rimetta al centro la partecipazione, la discussione, il senso di comunità e che sia un "fattore scatenante" tra i militanti. Che sia in grado di mettere in moto energie indipendentemente dalla sua persona e dal fatto che si vada a votare domani o tra tre anni.
L'esperienza del governo Letta dimostra proprio questo. Il problema non è il governo, che si barcamena e tira a campare, il problema è che il Pd non ha un linea e si fa tirare un po' a destra (sempre più spesso) e un po' a sinistra (raramente).
In questo Paese abbiamo bisogno di luoghi dove fare politica, dove incontrarsi e riconoscersi, dove discutere, imparare e fare rete. Luoghi che magari esistono pure, ma sono sempre di meno e sempre meno frequentati.
Lasciamo da parte i conti che non tornano mai. Non anteponiamo il consenso (che oggi c'è e domani chissà) alla politica se vogliamo evitare altri 25 febbraio.

        









11 settembre 2013

Mister B. Ancora tu?

Ieri la giunta per le elezioni del Senato ha iniziato i suoi lavori e, dopo la relazione introduttiva del senatore Augello, ha deciso di riaggiornarsi per domani pomeriggio alle 15.
Non l'avesse mai fatto. Dopo pochi minuti è scoppiato un putiferio di comunicati stampa, dichiarazioni, accuse, indignazioni varie, ecc, ecc. Il tema era: bisognava votare subito. E' stato condannato e quindi fuori. Le sentenze si rispettano, siamo in uno stato di diritto.
Sottoscrivo tutto. Tutto giustissimo.
Anzi, ci metto il carico. Visto che siamo in uno stato di diritto, fondato su leggi, regole e regolamenti, sarebbe il caso di rispettare (e magari conoscere, prima di sbraitare) quelle che regolano la vita degli organismi istituzionali. Nessun inciucio, nessun rinvio, nessun accrocchio.
La giunta per le elezioni deve seguire un iter procedurale e lo sta facendo. Tutto qui.
Vi linko qualche pezzo del Post che spiegano bene cosa è capitatocosa capiterà e come funziona questa benedetta giunta.
Ricordo infine che il giudizio della giunta non è vincolante perchè l'ineleggibilità dovrà essere confermata o meno da un voto (segreto) al Senato.
Restano però un paio di considerazioni che mi sento di condividere.
La prima. Anche su questa vicenda, le informazioni che son passate sono state fuorvianti, poco chiare, alcune volte addirittura false. Ripeto, che piaccia o no, ci sono delle regole e dei tempi da rispettare, e chi si erge a difensore delle regole chiedendo che queste vengano accantonate fa un grosso favore ai suoi avversari. Sarebbe come andare a rubare in casa di un ladro, o come un arbitro che dà un rigore che non c'è e poi, per riparare al danno, ne fischia un altro altrettanto inesistente. Non fa giustizia. Fa due errori. Non si ripara ad un torto con un altro torto.
La seconda, forse più triste ancora, è che pare che in questo Paese proprio non ce la si faccia a vivere un giorno senza occuparci di Berlusconi, per il godimento assoluto dei tifosi sfegatati e dei detrattori più accaniti. Ho letto un sacco di commenti di persone che fanno dell'antiberlusconismo la loro unica cifra politica, che hanno le bottiglie in frigo pronte per essere stappate nel caso in cui l'elezione di Berlusconi venga confermata. Sai che godimento! Sarebbe la conferma che han ragione loro, che tutto fa schifo, che tutto è colluso, che tutto e tutti sono uguali, che non cambia mai niente, ecc, ecc. Felici di vivere in un Paese mediocre, che non cambia mai.
Sapete che c'è? A me delle sorti giudiziarie di Berlusconi frega ben poco. Ha fatto danni per i vent'anni passati e credo che ne subiremo le conseguenze per molti anni ancora. La sua condanna ha dimostrato che la giustizia non guarda in faccia a nessuno (viva Dio!) ma non ha automaticamente reso questo Paese migliore di quello che era prima del 30 luglio.
Per renderlo migliore serve un lavoro lunghissimo e difficilissimo fatto di partecipazione e di passione. Del cinismo spacciato per saggezza e della logica del tanto peggio, tanto meglio, non sappiamo proprio che farcene.  







  

9 settembre 2013

Obama, la Siria e noi

Qualche giorno fa scrissi queste righe sulla situazione siriana.
Le informazioni che circolavano in quei giorni facevano credere che a utilizzare il sarin contro la popolazione civile fosse stato il regime di Assad, sospetto supportato dalla tardiva autorizzazione da parte del governo di Damasco nel dare l'ok all'ingresso in Siria degli ispettori Onu.
Con questo quadro davanti agli occhi, Francia, Gran Bretagna e sopratutto Stati Uniti hanno iniziato a parlare di un intervento armato contro Assad, aprendo un dibattito durissimo che ha già mandato ko il premier britannico David Cameron e che ha congelato i rapporti tra Russia e Stati Uniti.
In questi giorni la situazione sta cambiando. In attesa dei rapporti degli ispettori, si moltiplicano le voci secondo cui a usare il sarin non sarebbe stato l'esercito siriano bensì i ribelli.
Ne è nato così un fiorire di dichiarazioni festanti contro Obama e il suo tentativo (intempestivo e azzardato) di creare un fronte internazionale pronto ad intervenire in Siria.
Come se la guerra fosse scongiurata definitivamente.
Fatemi capire, se il sarin lo usano i ribeli e non Assad, va bene così? Il fatto che in Siria ci sia una guerra civile da un anno non interessa a nessuno? Non viene in mente che il problema non è chi spara per primo o chi gasa chi, ma il fatto stesso che ci sia in corso un conflitto, che si sta combattendo anche con armi chimiche e che sarebbe il caso che qualcuno facesse qualcosa?
Oggi il segretario di stato americano John Kerry ha avanzato una proposta che mi sembra sensata e che merita attenzione. Una bozza di mediazione che punta ad evitare il conflitto e a abbassare il potenziale bellico siriano.
Staremo a vedere cosa capita, nella speranza che un intervento armato sia scongiurato.
Nel frattempo, mi chiedo cosa ci sia da festeggiare.



      

8 settembre 2013

Prima ti ignorano, poi ti combattono

Oggi il Corriere della Sera pubblica un pezzo di Maria Teresa Meli sul congresso del Pd, dove si dice che "secondo un sondaggio riservato" Renzi ha il 78% dei sondaggi e Civati sta meditando di ritirarsi.
Una notizia scritta e pubblicata senza citare una fonte che si una e senza contattare almeno uno dei due diretti interessati.
Un pezzo strano, che ricalca paro paro le dichiarazioni fatte qualche giorno fa da Fioroni. Anzi, visto che non ci sono fonti o riferimenti chiari, a uno che pensa male verrebbe in mente che questo pezzo sia stato "suggerito" alla giornalista da qualcuno che vorrebbe tanto che il congresso finisse così.
La famosa profezia che si autoavvera insomma. Che è un meccanismo interessantissimo dal punto di vista psicologico, ma che non c'entra nulla con il giornalismo.
Il pezzo della Meli fa il paio con quello di Francesco Calvo uscito ieri su Europa, dove si dice che Civati sì, è bravo e capace, però non ha il fisico, è un po' fighetto e poi tanto alla fine vince Renzi.
Anche qui, un articolo che è un'insieme di mezze frasi raccolte non si sa dove e non si sa da chi.
Impressioni di settembre, più che notizie.
Questi articoli hanno due cose in comune: l'inconsistenza giornalistica (cosa abbastanza grave e che apre delle riflessioni infinite) ma soprattutto chiarisce che, così come pezzi del mondo economico e politico, anche la maggioranza del mondo giornalistico ha già deciso che vincerà Renzi, e che quindi bisogna iniziare a lisciargli il pelo dopo averlo massacrato per più di un anno.
Però, c'è un però.
C'è quel ragazzo di Monza che scrive molto, che non si adegua, che prova a tenere il Pd aggrappato al suo sempre più confuso e incazzato elettorato.
Quello che parla con tutti, che son tre anni che gira l'Italia e che fa sold out ovunque vada.
Quel Pippo Pippo che non lo sa che tutto pare esser già deciso, e che rischia di rovinare la festa a tutti i sostenitori del sindaco di Firenze, gli stessi che dieci mesi lo consideravano il nemico pubblico numero uno.
C'è poi un altro elemento. Nel pezzo di Calvo si parla di Fabrizio Barca, quello "bravo", quello spinto dai media come possibile segretario, quello corteggiato da Bersani, D'Alema, Veltroni, ecc per quasi sei mesi. Barca, che è uomo intelligente e indipendente, ha gentilmente declinato gli inviti di accordo con un apparato ormai morto e sepolto ed ha iniziato un lungo giro d'Italia per spiegare cos'è per lui la politica e la sinistra.
Ecco, ieri sera, alla festa di Modena, Barca ha detto che: "di tutti i candidati PD,
solo Civati ha preso in considerazione le questioni che ho sollevato nel mio documento". 
Ecco, questa forse era una notizia, vera e riferibile a qualcuno, che valeva la pena pubblicare. O no?
E tutti quelli che fino all'altro ieri speravano in Barca e che adesso sostengono Cuperlo, cosa dicono?
Questi movimenti non mi preoccupano, anzi mi fan ben sperare. Dal non essere considerato, Pippo ora viene attaccato. E come diceva Gandhi: "Prima ti ignorano, poi ti combattono, poi vinci". 

 

2 settembre 2013

E Adesso! ?

In principio fu D'Alema. Poi vennero a ruota Latorre, Burlando ed Emiliano. Pochi giorni fa è stato il turno addirittura di Vendola. Oggi si è lanciato Franceschini. Ormai ogni giorno si porta appresso il suo endorsement di un "big" (chiamiamoli così...) a sostegno di Matteo Renzi. Gli stessi che dieci mesi fa lo hanno combattuto manco fosse satana, oggi si accodano ordinatamente alle sue spalle, dando ennesima dimostrazione di un'ipocrisia e di una piccolezza politica che lascia di sasso (e che fa perdere le elezioni).
La palla ora sta tutta nel campo di Renzi, che dopo aver invocato la rottamazione per mesi, ora se la ritrova in casa. Un contrappasso pericolosissimo per le sue ambizioni e per il suo futuro. Renzi lo sa bene e credo stia studiando una strategia per svicolarsi dall'abbraccio mortale che si sta stringendo intorno a lui.
Sì perché forse i nostri cari ex dirigenti non han capito una cosa. Che il successo di Renzi non é solo figlio delle sue capacità. Anzi. Se Renzi riempie le piazze manco fosse Obama, lo deve anche e soprattutto ai disastri fatti da loro, chi oggi si dicono pronti ad appoggiarlo. 
Come fecero con Veltroni, e prima ancora con Prodi.
Ma non é di strategia che abbiam bisogno. Abbiam bisogno di prospettiva, di una strada da seguire, perché no, di un sogno da realizzare. Di buona politica insomma. 
Il patto di sindacato 2.0, con Renzi al posto di Bersani, rischia di essere l'ultimo atto di un PD mai nato sul serio, ma soprattutto rischia di replicare la storia che abbiamo vissuto a febbraio, quando eravamo sicuri di vincere e ci siamo ritrovati al governo con Alfano e Brunetta.
Consiglierei a Renzi di lasciar stare gli accordi sotto banco e di puntare tutto sulle tante energie che ha messo in moto, sulla passione di tanti iscritti e non che credono a quello che dice e che fa, sulla rete di persone che vedono in lui l'asso piglia tutto che fa saltare il banco.
Oggi Renzi ha detto che vuole "guidare" il PD.
Registro il cambio di prospettiva, decisamente più soft rispetto alla rottamazione...
Io però non credo che il PD debba essere guidato. Credo anzì che debba essere rivoltato come un calzino.
E mi scuserà se gli rubo la battuta, ma guidare il PD con D'Alema e Franceschini come mozzi, é come voler circumnavigare Capo Horn con il pedalò. 
Una buona news però forse c'é. Queste grandi manovre sanno più di elezioni anticipate che di congresso. Che sia la volta buona?